Il rischio sismico è un tema di grande rilevanza e complessità, che coinvolge vari aspetti della scienza, dell’ingegneria, della pianificazione urbana e della gestione delle emergenze. Oggi l’inizio delle prove di maturità poteva essere la giusta occasione per capire cosa i nostri alunni sanno in materia.
Ed invece si è persa l’ennesima occasione.
Terremoti? No..piuttosto selfie!
Per quanto riguarda la Tipologia C (Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità), sono stati invece proposti ai maturandi “Elogio dell’imperfezione” di Rita Levi Montalcini e “Profili, selfie e blog” di Maurizio Caminito (come riportato da TGCOM24).
Anniversario sisma L’Aquila e Campi Flegrei: argomenti attuali!
Gli argomenti che potevano essere presi di base per impostare una traccia sul rischio sismico ce ne sono, ed anche molto attuali!
Il recente anniversario, ad esempio, del terribile terremoto che 15 anni fa sconvolse L’Aquila (ed il centro Italia) sarebbe stato perfetto come spunto di riflessione per focalizzare l’attenzione su di un tema di grande attualità!
Se non bastasse la crisi bradisismica dei Campi Flegrei che da mesi, se non anni, toglie il sonno e la serenità a più di mezzo milione di italiani.
Alunni e docenti pronti ad un terremoto?
Sul piano della sicurezza sismica delle scuole italiane abbiamo i seguenti dati: ben 18.665 gli edifici scolastici che si trovano in zone ad elevato rischio sismico (zona sismica 1 e 2), in particolare in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399).
Ciò nonostante, solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica! Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente. Sul miglioramento sismico, va meglio per le scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41% delle scuole) e la Valle D’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e della Sicilia (3%). Si fa correttamente prevenzione: no!
I terremoti si possono prevedere?
Proprio in relazione al terremoto dell’Aquila, una delle questioni più discusse all’epoca fu: i terremoti sono prevedibili? Si può sapere con anticipo che un evento sismico si sta per verificare, e in questo senso, dunque, prendere per tempo le dovute precauzioni? La risposta breve offerta dalla scienza è: no.
La risposta più articolata è che non è possibile prevedere con esattezza mese, giorno, ora e minuto di un evento sismico. Invece, dice l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non è possibile dire che non sia possibile dare alcune indicazioni su “periodi a rischio di maggiore sismicità” attraverso lo studio di alcuni “elementi precursori”: questi possono essere” variazione inconsueta della velocità delle onde sismiche, variazioni nel contenuto di gas radon nelle acque di pozzi profondi, mutamenti nel livello delle acque di fiumi e di laghi, movimenti crostali” o per assurdo anche “assenza di micro-sismi” in una zona ad alto rischio sismico. In ogni caso sono “previsioni approssimative che non possono essere utilizzate per dare un allarme alla popolazione”.