Krakatoa: ritorna in vita il vulcano maledetto

eruzione vulcano krakatoa 2020

Krakatoa: ritorna in vita il vulcano maledetto che uccise 36000 persone con la violentissima eruzione avvenuta il 27 agosto 1883.

La mega eruzione sprigionò un’energia pari a 200 megatoni ossia circa 13000 volte la bomba atomica di Hiroshima.

140 anni fa il rumore più forte mai udito

Un vulcano che si è risvegliato dopo 140 anni quando provocò quello che presumibilmente fu il rumore più forte mai udito sul pianeta in epoca storica, un boato che sarebbe stato avvertito a quasi cinquemila km di distanza.

L’esplosione del 1883 generò uno tsunami con onde alte fino a 40 metri che, viaggiando a 300 chilometri all’ora, arrivarono anche a Londra e a San Francisco. L’allora amministrazione coloniale olandese calcolò il numero di morti a 36.417, mentre secondo altre stime furono più di 120.000.

A dicembre 2018 le prime avvisaglie di un possibile nuovo risveglio del colosso. 

Le immagini che arrivano dall’Indonesia sono incredibili. L’eruzione è potente e spettacolare e al momento non ci sono pericoli per le persone ma la preoccupazione rimane alta.

https://youtu.be/d-eUj2hxeBU

Krakatoa ed il figlio nato nel 1927

Nuove eruzioni del vulcano, dal 1927, hanno fatto emergere una nuova isola, detta Anak Krakatau (figlio di Krakatoa). 

Nel 2018 Anak Krakatau, a dimostrazione della grande attività della zona, sprofonda passando da 338 a 110 metri! L’evento ha scatenato un nuovo maremoto che ha portato ingenti danni sulle coste di Sumatra e Giava e ben 400 morti!

Eruzione 2018 Anak Krakatoa

Questa eruzione non è stata anticipata da nessun terremoto. La previsione dei sisma è sempre impossibile. Qualche giorno fa ci fu un grande terremoto ma in profondità e distante da Krakatoa come si può vedere qui. Le zone interessate dall’eruzione sono abitate da popolazioni che hanno imparato a convivere con il pericolo. La paura però….a quella non ci si può mai abituare. Gli abitanti di Sumatra lo sanno bene.

Amatrice: primo caso di contagiato al Coronavirus

AMATRICE 10/04/2020 – Primo caso di contagiato al Coronavirus nel paese simbolo del terremoto del 24 agosto 2016.

RETTIFICA DELLE ORE 13:00 del 10/04/2020: Il primo cittadino di Amatrice, Antonio Fontanella, smentisce ufficialmente il contagio di un cittadino con un comunicato Facebook.

Per completezza si lascia l’articolo originale in visione. 

E’ di pochi minuti fa la dichiarazione del primo cittadino di Amatrice, Antonio Fontanella, del primo contagiato da Coronavirus residente nelle SAE (Soluzioni Abitative di Emergenza). Un nuovo contagiato nonostante le misure di prevenzione messe in campo sul territorio amatriciano.

Purtroppo non è bastato il distanziamento sociale, la mascherina ed il lavaggio delle mani per tenere lontano il virus dal paese.

Le parole del Sindaco di Amatrice: “Al momento non ci è ancora arrivata la comunicazione ufficiale da parte della Asl di Rieti. Comunque, in via ufficiosa e provvisoria, ci ha già annunciato della positività di un nostro concittadino al tampone Covid-19. Il nostro concittadino – spiega Fontanella – è stato trasferito all’ospedale San Camillo De Lellis di Rieti. I suoi familiari hanno avviato la procedura di isolamento prevista dai protocolli sanitari. Invito i miei concittadini, che hanno accolto la notizia con ragionevole preoccupazione ad affrontare questa situazione con prudenza e razionalità. Stiamo parlando di una pandemia che sta attaccando il mondo intero, provocando migliaia di morti. “

Fonte: Meteoweb + Rietiinvetrina

Emergenza senza fine, ricostruzione ferma

A quasi 4 anni dal sisma che nel 2016 cambiò la vita di migliaia di famiglie,  ad Amatrice – Comune italiano sono stati realizzati soltanto 15 interventi rispetto ai 2mila 291 già finanziati e bloccati sui tavoli delle istituzioni, regionali e comunali.

Località isolate, ombra del loro ridente passato, sono ancora più duramente messe alla prova dal primo caso di contagiato al Coronavirus che ferma la rimozione delle macerie nelle frazioni e allontana di più persone già fortemente scosse.

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Ultime notizie Coronavirus: blocco fino a maggio

Le ultime news coronavirus riportano quello che tutti si aspettavano: il lockdown proseguirà fino a maggio!

Il Governo di Giuseppe Conte, preoccupato dai contagi che stanno diminuendo senza grossi colpi di scena, sta andando verso un proseguimento della chiusura totale delle attività produttive fino ai primi di Maggio. La fase 2 partirà dal 4 maggio con la riapertura progressiva delle attività commerciali rispettando però sempre le misure di distanziamento sociale.

Come è crollato il ponte di Albiano Magra

Come è crollato il ponte di Albiano Magra? Questa mattina, intorno alle 10.30, è crollato il ponte di Albiano Magra sopra al fiume Magra. Il ponte collegava il paese, in provincia di Massa Carrara, e Santo Stefano Magra, in provincia della Spezia.

Un boato, avvertito da molti abitanti della zona, ha fatto scattare l’allarme. L’infrastruttura si è spezzata in diversi tronconi. Per fortuna non ci sono state vittime, anche grazie al poco traffico del periodo considerata la pandemia da coronavirus in corso.

Ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse il bisogno, dello stato penoso in cui verte ila nostra rete infrastrutturale incapace di prevenire simili sciagure. 

Dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, dopo le catastrofi legate al terremoto de L’Aquila prima e di Amatrice poi, le nostre reti infrastrutturali continuano a crollare da sole. Come riuscire ad analizzare e mettere in sicurezza un patrimonio ingegneristico che sembra davvero di cristallo?

Come è crollato?

Premettiamo che il crollo è avvenuto oggi e che Anas ha prontamente avviato una Commissione di indagine al fine di accertare l’esatta dinamica che ha portato al collasso della struttura. Il presente articolo non si permette di accusare nessuno visto che si può basare solo su analisi visive ed ipotesi effettuate dallo studio delle moltissime testimonianze foto e video che possiamo trovare in rete. Non si ha ne la pretesa ne la possibilità tecnica di spiegare un incidente grave che sarà analizzato da tecnici competenti davanti le opportune sedi.

Proviamo ad analizzare le fotografie dei resti del ponte.

Studiando la fotografia qui sotto, sembrerebbe ci sia stato un cedimento dell’arco in cemento armato poggiante sulla PILA 1, lato Albiano Magro. La PILA 1 è quella più vicina alla Stazione di Caprignola-Albiano. Nella foto il probabile punto di cedimento è indicato con una freccia verso il basso. Ciò ha innescato delle rotazioni, a cascata, delle campate ancora in piedi attorno ai relativi piloni.

Il cedimento in zona PILA 1 sembrerebbe confermato anche dalle foto della PILA 2 e della PILA 3 che sono entrambe inclinate verso la PILA 1. Ciò a causa del possibile effetto di “trazione” verso la PILA 1 scaturita dell’innesto dei cinematismi di crollo. Il viadotto è crollato traslando verso la PILA 1: una sorta di “effetto domino“. Questa ipotesi sembrerebbe trovare conferma dalle parole di un testimone riportate da Lanazione : “E’ andato giu’ tutto in un attimo, come un castello di carte…..prima ho sentito una serie di colpi che venivano dal ponte. Si è alzato un polverone…

Gli accertamenti effettuati a Novembre

A Novembre, a seguito delle forti precipitazioni, la popolazione si era movimentata chiedendo una verifica tecnica. La paura era stata mossa essenzialmente da una vistosa spaccatura dell’asfalto nella zona di accesso al ponte lato Albiano Magra.

A denunciare l’accaduto, tra i primi, La Gazzetta della Spezia e provincia dal quale abbiamo estratto la foto qui sotto riportata.

L’ANAS aveva fatto dei sopralluoghi ritenendo adeguato il grado di sicurezza statica del viadotto non limitando il traffico veicolare. Analizzando la lesione dell’asfalto dalle immagini di Google Maps e, specialmente, dal volo effettuato dai Vigili Del Fuoco (riportato da SkyTG24), la campata del ponte tra la lesione e la PILA 4 è stata trascinata dal crollo verso l’interno del fiume. Non parrebbe essere causa del crollo stesso. 

Non sembrerebbe quindi esserci nessuna correlazione tra la spaccatura del manto carrabile e il collasso che si è verificato. Anche questa è una analisi visiva che andrà valutata della autorità competenti negli accertamenti in corso avviati da Anas.

La storia del ponte sul fiume Magra

Il ponte è un’opera dell’ingegnere Attilio Muggia, professore alla Scuola d’applicazione degli Ingegneri a Bologna, che vinse il concorso bandito dalla Provincia. L’ingegnere Muggia (nato a Venezia nel 1861), aveva frequentato la Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di Bologna dove si laurea nel 1885, migliore allievo del suo corso, e dove rimane conseguendo brillanti risultati accademici che lo porteranno a diventare, fra il 1923 e il 1927, Direttore della Scuola medesima. Fu uno dei pionieri nell’uso di tecniche costruttive in cemento armato e membro della commissione che stilò le prime norme sulle costruzioni in cemento armato in Italia.

I lavori del ponte iniziano nel giugno del 1906. Nel 1907 subiscono dei rallentamenti dovuti allo sciopero degli operai, risolto dall’intervento dell’Onorevole Cimati, giunto appositamente da Roma (Dicembre).

Lungo 300 metri ed una larghezza di 7,20 metri. Ha un’altezza dal fiume di circa 10 metri. Composto da 5 arcate “grandiose” (come definiscono i giornali di allora) distanti tra loro 51,85 metri. Le arcate poggiano su pilastri fondate ad aria compressa (una tecnica innovativa per quel periodo, applicata ad un ponte) ed il piano stradale è sostenuto da 400 pilastrini. Per la costruzione sono stati necessari 30.000 quintali di cemento e 220 tonnellate di ferro.

Durante la guerra il ponte venne fatto brillare e ricostruito nel 1949 su progetto di Arrigo Carè e Giorgio Giannelli con il contributo di Giulio Ceradini.

Sistema di allerta rapida di terremoto del Giappone: esiste davvero

In Giappone esiste un ALLARME TERREMOTO incredibile. Si chiama “Sistema di allerta rapida di terremoto” ed è stato pensato per consentire alle persone di mettersi al sicuro nell’imminenza di un terremoto.

L’allerta consente alla gente di trovare un luogo sicuro dove ripararsi oppure ai macchinisti dei treni di rallentare i convogli.

Il Sistema di allerta rapida di terremoto è un sistema di avviso di terremoto imminente in uso in Giappone

Il sistema conta su ben 4235 sismometri posizionati in tutto il paese ed emette un allarme terremoto  se il sisma ha un’intensità ritenuta pericolosa.

GUARDA IL VIDEO DELL’ALLARME TERREMOTO GIAPPONESE!

 

Come funziona il Sistema di allerta rapida di terremoto

Il sistema, per lanciare l’allarme, studia le onde sismiche generate da un sisma.

Le onde sismiche sono principalmente di due tipi: le onde P (o primarie) che sono le più veloci e le onde S (o secondarie) più lente.

Quando onde P ed S raggiungono la superficie allora si sviluppano altri due tipi di onde: le onde di Rayleigh e le onde di Love.

Incrociando i dati su tutti questi tipi di onde restituiti dai sismografi il sistema riesce ad allarmare la popolazione.

L’efficacia dell’allarme dipende dalla posizione del ricevente. Quando una persona riceve un’allerta terremoto, ha un tempo che può variare da pochi secondi a un minuto prima dell’inizio della scossa, a seconda della sua distanza dall’epicentro. 

In Italia, nonostante una vasta letteratura sulla storia dei terremoti che ha portato alla redazione della carta di pericolosità sismica, purtroppo ancora non esiste una simile tecnologia presente in Giappone ma anche in altri stati come la California.

6 aprile 2020: sono passati 11 anni dal sisma de L’Aquila

Stanotte ricorre l’anniversario del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009. Sono volati 11 anni da quella notte tremenda, tra il 5 ed il 6 aprile 2009, nella quale persero la vita 309 persone durante il terremoto che devastò L’Aquila.

Ricordiamoli da questo Memoriale del Dolore delle Vittime del 6 aprile 2009!

Come undici anni fa, fatalmente, ricorrono gli stessi giorni della settimana: il 5 aprile è la domenica delle Palme e il 6 lunedì.

Per ricordare quella tragedia, il Comitato Familiari delle Vittime, chiede di illuminare le proprie finestre e i propri balconi, con la luce del cellulare o una candela, alla mezzanotte tra il 5 e il 6 aprile. Infatti quest’anno per celebrare l’anniversario del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009, a causa della pandemia da Coronavirus in corso, i familiari delle vittime non potranno ricordare i propri defunti con la classica fiaccolata lungo le strade del centro della città.

Ricordo delle 309 vittime

Il punto sulla ricostruzione de L’Aquila: mancano 4 miliardi

Molto si è fatto ma tanto resta ancora da fare per riportare L’Aquila all’antica bellezza. Il Piano di Ricostruzione ancora non è stato completato tanto che, Fabrizio Curcio tuona ad Adnkronos: “Mancano 4 miliardi per la ricostruzione!“.

Il punto sulla prevenzione del terremoto

Di strada da fare…ce ne è sicuramente molta. Sempre importante tenere a mente i sette passi per la sicurezza, utili per una buona prevenzione del terremoto. Perchè oggi, nel 2020, sono ancora molte le cose da sapere e da fare per avere una corretta cultura del terremoto. La prevenzione del terremoto può salvare molte vite. Tu…preparati!

3 Aprile 2020 : scossa terremoto ad est di Roma

Forte scossa di terremoto 3.0 Ritcher registrata a pochi chilometri dalla Capitale. Gente in strada a Marcellina.


Un terremoto di magnitudo Ml 3.0 è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale questa notte, 3 aprile 2020, alle ore 2:12 italiane. L’epicentro del terremoto è stato localizzato in provincia di Roma, tra i comuni di Marcellina, San Polo dei Cavalieri, Vicovaro (entro 6 km dall’epicentro), a una profondità di 16 km. Il terremoto è stato ampiamente risentito in tutta l’area a est di Roma e all’interno della Capitale, soprattutto nei quartieri orientali. Risentimenti anche ai Castelli e in Abruzzo. Ne da notizia INGV.