Ricostruzione ad Amatrice: Il Nuovo Ospedale e il Superbonus 110% Guidano la Rinascita dopo il Terremoto del 2016?

Il terremoto che ha colpito Amatrice nel 2016 ha lasciato una profonda cicatrice nella città, ma oggi, grazie a sforzi coordinati e incentivi governativi, si stanno facendo passi significativi nella ricostruzione. Questo articolo esplorerà lo stato attuale della situazione, focalizzandosi sui progressi, le sfide e l’importanza del Superbonus 110%.

Progressi nella Ricostruzione: Il Nuovo Ospedale

Uno dei segnali tangibili di progresso è rappresentato dal nuovo ospedale, un progetto chiave che contribuirà non solo al ripristino della salute pubblica ma anche al rafforzamento delle infrastrutture essenziali. Il suo completamento è atteso con grande attesa dalla comunità e rappresenta un passo avanti significativo nella rinascita di Amatrice.

Sfide e Ostacoli nella Ricostruzione

Tuttavia, la strada verso la completa rinascita non è priva di sfide. Questioni burocratiche, logistica complessa e risorse finanziarie limitate hanno rallentato il processo di ricostruzione, costringendo molte famiglie a fare scelte difficili sulla propria permanenza nella città. È cruciale affrontare queste sfide con soluzioni innovative e interventi tempestivi.

Superbonus 110%: Motore di Sviluppo per Amatrice

In questo contesto, il Superbonus 110% emerge come un elemento chiave per incentivare la ricostruzione. Questa misura governativa offre significativi vantaggi fiscali per interventi antisismici e miglioramenti energetici agli edifici. L’adozione diffusa di questo incentivo ha non solo migliorato la sicurezza strutturale degli edifici ma ha anche stimolato l’occupazione locale e la ripresa economica.

Criticità e Ottimizzazione del Superbonus

Nonostante i benefici, il Superbonus 110% ha suscitato alcune preoccupazioni, come la complessità delle procedure di accesso e la distribuzione equa degli incentivi. È essenziale ottimizzare i processi per garantire che il sostegno raggiunga tutte le fasce della popolazione, assicurando così una ripresa inclusiva ed equa.

Conclusioni: La Resilienza di Amatrice

In conclusione, Amatrice sta compiendo progressi significativi nella sua ricostruzione post-terremoto. Il nuovo ospedale e il Superbonus 110% giocano ruoli cruciali nel processo di rinascita, ma è fondamentale affrontare le sfide in corso con determinazione e cooperazione. La resilienza dimostrata dalla comunità di Amatrice è una fonte di ispirazione, e con il supporto continuo, la città può guardare al futuro con fiducia.

Crollo scuola di Amatrice

6 Maggio 1976: il terremoto che inginocchiò il Friuli

6 Maggio 1976: il terremoto che inginocchiò il Friuli

6 Maggio 1976: il terremoto che inginocchiò il Friuli. Alle 21:00 una scossa violentissima con epicentro nella zona tra Gemona e Artegna (a nord di Udine). Magnitudo di 6,5. Preceduta da un forte boato avvertito in moltissime zone.

Il terremoto del Friuli venne chiamato dagli abitanti locali con un nome che mette paura: ORCOLAT, l’orco della Carnia che nella tradizione friulana provoca i terremoti. Furono quasi 1000 i morti in 137 Comuni. Una cinquantina quelli più colpiti, soprattutto nel quadrilatero tra Gemona, Venzone, Buja e Majano. In tutto esattamente furono 989 le vittime rimaste sotto le macerie. 

I danni furono amplificati dalle particolari condizioni del suolo, dalla posizione dei paesi colpiti, quasi tutti posti in cima ad alture, e dall’età avanzata delle costruzioni. I paesi andati distrutti non avevano infatti riportato danni rilevanti nella prima e nella seconda guerra mondiale, a differenza di San Daniele del Friuli che, semidistrutta dai bombardamenti aerei del 1944, aveva dovuto ricostruire gran parte della sua struttura urbana con criteri moderni.

Difficile localizzazione di faglia ed epicentro

C’è stato un lungo interrogarsi sulla posizione esatta dell’epicentro, molto spesso discordanti. Uno degli studi più citati è quello di Aoudia  che colloca l’epicentro nel gruppo del monte Chiampon. Secondo lo studio “il terremoto del Friuli del 1976 è da mettere in relazione ad una piega connessa a faglia che evolve da fagliazione cieca sotto le strutture di basamento del monte Bernadia e del monte di Buia, a faglia semi-cieca sotto la struttura neogenica del monte Susans e che finisce nella piega di Ragogna”.

La scossa più forte il 6 maggio 1976 fu seguita da altre scosse molto rilevanti che distrussero quel poco che era rimasto in piedi:

  • 6 maggio 1976: magnitudo 6.5 ore 21:00
  • 11 settembre 1976: magnitudo 5.3 ore 18:31
  • 11 settembre 1976: magnitudo 5.6 ore 18:35
  • 15 settembre 1976: magnitudo 5.9 ore 05:15
  • 15 settembre 1976: magnitudo 6.0 ore 11:21

Ricostruire dov’era e com’era

Negli anni successivi l’orgoglio friulano permise una ricostruzione “dov’era e com’era”, consentita e resa possibile dal decentramento delle decisioni dalle Regioni ai sindaci e mirata al re-insediamento della popolazione nei luoghi in cui viveva prima. La ricostruzione del Friuli dopo il terremoto del 6 maggio 1976 sarebbe diventata un esempio virtuoso.

Studiando la spesso vasta documentazione relativa al periodo precedente al terremoto è stato spesso possibile redarre un Piano Particolareggiato che ebbe come obiettivo la conservazione della materia originale affidando a essa il ruolo di testimonianza della continuità storica. Da una parte la decisione di lasciare visibili le tracce del sisma, dall’altra una fedele ricostruzione delle parti crollate. Esempio mirabile e motivo d’orgoglio, sicuramente quello della ricostruzione di Venzone

Amatrice: primo caso di contagiato al Coronavirus

AMATRICE 10/04/2020 – Primo caso di contagiato al Coronavirus nel paese simbolo del terremoto del 24 agosto 2016.

RETTIFICA DELLE ORE 13:00 del 10/04/2020: Il primo cittadino di Amatrice, Antonio Fontanella, smentisce ufficialmente il contagio di un cittadino con un comunicato Facebook.

Per completezza si lascia l’articolo originale in visione. 

E’ di pochi minuti fa la dichiarazione del primo cittadino di Amatrice, Antonio Fontanella, del primo contagiato da Coronavirus residente nelle SAE (Soluzioni Abitative di Emergenza). Un nuovo contagiato nonostante le misure di prevenzione messe in campo sul territorio amatriciano.

Purtroppo non è bastato il distanziamento sociale, la mascherina ed il lavaggio delle mani per tenere lontano il virus dal paese.

Le parole del Sindaco di Amatrice: “Al momento non ci è ancora arrivata la comunicazione ufficiale da parte della Asl di Rieti. Comunque, in via ufficiosa e provvisoria, ci ha già annunciato della positività di un nostro concittadino al tampone Covid-19. Il nostro concittadino – spiega Fontanella – è stato trasferito all’ospedale San Camillo De Lellis di Rieti. I suoi familiari hanno avviato la procedura di isolamento prevista dai protocolli sanitari. Invito i miei concittadini, che hanno accolto la notizia con ragionevole preoccupazione ad affrontare questa situazione con prudenza e razionalità. Stiamo parlando di una pandemia che sta attaccando il mondo intero, provocando migliaia di morti. “

Fonte: Meteoweb + Rietiinvetrina

Emergenza senza fine, ricostruzione ferma

A quasi 4 anni dal sisma che nel 2016 cambiò la vita di migliaia di famiglie,  ad Amatrice – Comune italiano sono stati realizzati soltanto 15 interventi rispetto ai 2mila 291 già finanziati e bloccati sui tavoli delle istituzioni, regionali e comunali.

Località isolate, ombra del loro ridente passato, sono ancora più duramente messe alla prova dal primo caso di contagiato al Coronavirus che ferma la rimozione delle macerie nelle frazioni e allontana di più persone già fortemente scosse.

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Ultime notizie Coronavirus: blocco fino a maggio

Le ultime news coronavirus riportano quello che tutti si aspettavano: il lockdown proseguirà fino a maggio!

Il Governo di Giuseppe Conte, preoccupato dai contagi che stanno diminuendo senza grossi colpi di scena, sta andando verso un proseguimento della chiusura totale delle attività produttive fino ai primi di Maggio. La fase 2 partirà dal 4 maggio con la riapertura progressiva delle attività commerciali rispettando però sempre le misure di distanziamento sociale.

6 aprile 2020: sono passati 11 anni dal sisma de L’Aquila

Stanotte ricorre l’anniversario del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009. Sono volati 11 anni da quella notte tremenda, tra il 5 ed il 6 aprile 2009, nella quale persero la vita 309 persone durante il terremoto che devastò L’Aquila.

Ricordiamoli da questo Memoriale del Dolore delle Vittime del 6 aprile 2009!

Come undici anni fa, fatalmente, ricorrono gli stessi giorni della settimana: il 5 aprile è la domenica delle Palme e il 6 lunedì.

Per ricordare quella tragedia, il Comitato Familiari delle Vittime, chiede di illuminare le proprie finestre e i propri balconi, con la luce del cellulare o una candela, alla mezzanotte tra il 5 e il 6 aprile. Infatti quest’anno per celebrare l’anniversario del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009, a causa della pandemia da Coronavirus in corso, i familiari delle vittime non potranno ricordare i propri defunti con la classica fiaccolata lungo le strade del centro della città.

Ricordo delle 309 vittime

Il punto sulla ricostruzione de L’Aquila: mancano 4 miliardi

Molto si è fatto ma tanto resta ancora da fare per riportare L’Aquila all’antica bellezza. Il Piano di Ricostruzione ancora non è stato completato tanto che, Fabrizio Curcio tuona ad Adnkronos: “Mancano 4 miliardi per la ricostruzione!“.

Il punto sulla prevenzione del terremoto

Di strada da fare…ce ne è sicuramente molta. Sempre importante tenere a mente i sette passi per la sicurezza, utili per una buona prevenzione del terremoto. Perchè oggi, nel 2020, sono ancora molte le cose da sapere e da fare per avere una corretta cultura del terremoto. La prevenzione del terremoto può salvare molte vite. Tu…preparati!