Fedez truffa Amatrice? L’inchiesta di Farwest fa discutere

Farwest, programma di Rai 3 condotto da Salvo Sottile, torna a indagare su Fedez con un’inchiesta che riguarda la trasparenza delle sue attività benefiche. Il servizio, tra l’altro, vuole fare luce sulle donazioni annunciate dall’ex marito di Chiara Ferragni per i terremotati di Amatrice. Scopriamo insieme cosa ha detto Fedez che, tramite i suoi avvocati, ha diffidato la trasmissione. A parlarne sia il sito Today.it che le interviste pubblicate su Youtube/rai.

Ovviamente accuse, tutte da dimostrare, dalle quali PrevenzioneTerremoto prende le opportune distanze limitandosi a riportare i racconti dell’inchiesta della trasmissione di Rai3 che coinvolge Amatrice.

L’iniziativa benefica di Fedez dopo il tremendo sisma

Due giorni dopo il terremoto del 2016 Fedez sposa una iniziativa benefica promossa dal Fatto Quotidiano e promette una donazione da parte della sua casa discografica Newtopia. “Da oggi Newtopia devolverà gli incassi e gli utili di Vorrei ma non posto e di Andiamo a comandare”, dice in un video su Instagram. Poi nel post specifica che a essere devoluto sarà il 100% dei ricavati delle canzoni raccolti nei successivi tre mesi. A questo Fedez precisa che aggiungerà una donazione personale.

A fronte di questo, Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, sostiene però di non aver mai sentito Fedez. Cinzia Monteverdi del Fatto Quotidiano spiega: “Lui fece un bonifico, ho qui l’estratto conto. Riconducibile alla società di Fedez nominata Zedef srl abbiamo solo un bonifico di 5mila euro effettuato il 30 agosto 2016″. A questi 5mila euro si aggiungono quelli di J-Ax, all’epoca socio di Fedez in Newtopia, effettuato in contemporanea.

Le donazioni di Fedez insomma sarebbero state effettuate quattro giorni dopo la pubblicazione del video. La domanda di Farwest è: quelle somme sono le donazioni personali dei cantanti? E cosa sarebbe accaduto al resto, ovvero ai ricavi delle canzoni dei successivi tre mesi? Forse anche in questo caso c’è stato un “errore di comunicazione“? Monteverdi risponde: “Io non parlerei di errore di comunicazione perché il suo messaggio era molto chiaro. Parlerei piuttosto di una mancanza di trasparenza che è diventata un po’ una abitudine dove la devi sparare grossa e poi magari nella tua vita ridimensioni le cose“.

La risposta dell’avvocato di Fedez alle accuse di Farwest

A rispondere in merito è però l’avvocato di Fedez, che fa sapere alla trasmissione che il cantante ha versato tutto il ricavato per tre mesi della canzone “Vorrei ma non posto”. A seguito della comunicazione da parte di Sony delle royalties spettanti a Fedez nei tre mesi, pari a 3.535 euro, ha infatti effettuato addirittura un versamento superiore, pari a 5.000 euro.

Campi Flegrei: cosa succederebbe se erutterebbero?

Ovviamente l’errore del titolo è voluto.

Ma l’errore macroscopico ha catturato la vostra attenzione!

Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Geophysical Research Letters (GRL), ha messo in luce che la super-eruzione della caldera dei Campi Flegrei avvenuta circa 40.000 anni fa, fu così violenta da aver giocato un ruolo importante nei processi demografici delle popolazioni paleolitiche delle regioni centrali e orientali del Mediterraneo, che potevano comprendere sia i Neanderthal che i primi sapiens moderni da poco arrivati dal continente africano.

Queste regioni sono state coperte da ceneri vulcaniche che nell’insieme sono note come “Ignimbrite Campana“. La ricerca, che si è basata su modelli matematici sostiene che questa eruzione potrebbe essere stata ancora più grande di quanto stimato in precedenza.

Come riporta il portale Focus, durante quella spaventosa eruzione sarebbero stati distribuiti in atmosfera fino a 450 milioni di chilogrammi di anidride solforosa, riducendo la temperatura di circa 1-2 °C per 2-3 anni. Inoltre le emissioni di anidride solforosa e cloruro di zolfo avrebbero innescato piogge acide e la cenere carica di fluoro sarebbe entrata nel ciclo vegetale inducendo effetti potenzialmente associati alla fluorosi, con danni a occhi, denti e organi interni, negli animali e nell’uomo.

Evacuazione in caso di eruzione

È pronto il piano di allontanamento della città di Napoli per il rischio eruzione ai Campi Flegrei. Si tratta di un piano diverso da quello speditivo per il rischio bradisismo che si sta vivendo attualmente. Il piano evacuazione riguarda l’eruzione, ovvero il caso estremo, quello che al momento non rientra negli scenari. Il piano speditivo, invece, riguarda il bradisismo, ovvero sollevamento del suolo e i relativi terremoti. Per entrambi occorre essere preparati e avere un iter da seguire.

Come riportato in questo articolo, l’evacuazione per il rischio vulcanico, in caso di emergenza dovrebbe coinvolgere nella sola città di Napoli 286.000 persone per un totale di 11 quartieri. A disposizione ci saranno 29 linee bus dell’Anm, con 500 autisti. Uno studio della Regione Campania ha previsto anche i numeri di coloro che dovrebbero avvalersi dell’esodo assistito ed essere, quindi, trasferiti nelle regioni gemellate, 143.000 napoletani, e quelli che, invece, provvederanno all’esodo autonomo, circa 200mila persone.

Sempre utile pensare a preparare uno zaino salvavita e a tenere a mente le regole della sicurezza contro i terremoti. La prevenzione può sempre salvarci la vita!

Bradisismo e Campi Flegrei: come cambiano gli scenari immobiliari

Abbiamo fatto uno studio approfondito sul mercato immobiliare in tempo di crisi bradisismica: i risultati sono clamorosi e li puoi leggere qui.

Maturità 2024: tra le tracce della prima prova manca quella sul rischio sismico

Il rischio sismico è un tema di grande rilevanza e complessità, che coinvolge vari aspetti della scienza, dell’ingegneria, della pianificazione urbana e della gestione delle emergenze. Oggi l’inizio delle prove di maturità poteva essere la giusta occasione per capire cosa i nostri alunni sanno in materia.

Ed invece si è persa l’ennesima occasione.

Terremoti? No..piuttosto selfie!

Per quanto riguarda la Tipologia C (Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità), sono stati invece proposti ai maturandi “Elogio dell’imperfezione” di Rita Levi Montalcini e “Profili, selfie e blog” di Maurizio Caminito (come riportato da TGCOM24).

Anniversario sisma L’Aquila e Campi Flegrei: argomenti attuali!

Gli argomenti che potevano essere presi di base per impostare una traccia sul rischio sismico ce ne sono, ed anche molto attuali!

Il recente anniversario, ad esempio, del terribile terremoto che 15 anni fa sconvolse L’Aquila (ed il centro Italia) sarebbe stato perfetto come spunto di riflessione per focalizzare l’attenzione su di un tema di grande attualità!

Se non bastasse la crisi bradisismica dei Campi Flegrei che da mesi, se non anni, toglie il sonno e la serenità a più di mezzo milione di italiani.

Alunni e docenti pronti ad un terremoto?

Sul piano della sicurezza sismica delle scuole italiane abbiamo i seguenti datiben 18.665 gli edifici scolastici che si trovano in zone ad elevato rischio sismico (zona sismica 1 e 2), in particolare in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399).

Ciò nonostante, solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica! Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente. Sul miglioramento sismico, va meglio per le scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41% delle scuole) e la Valle D’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e della Sicilia (3%). Si fa correttamente prevenzione: no!

I terremoti si possono prevedere?

Proprio in relazione al terremoto dell’Aquila, una delle questioni più discusse all’epoca fu: i terremoti sono prevedibili? Si può sapere con anticipo che un evento sismico si sta per verificare, e in questo senso, dunque, prendere per tempo le dovute precauzioni? La risposta breve offerta dalla scienza è: no.

La risposta più articolata è che non è possibile prevedere con esattezza mese, giorno, ora e minuto di un evento sismico. Invece, dice l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non è possibile dire che non sia possibile dare alcune indicazioni su “periodi a rischio di maggiore sismicità” attraverso lo studio di alcuni “elementi precursori”: questi possono essere” variazione inconsueta della velocità delle onde sismiche, variazioni nel contenuto di gas radon nelle acque di pozzi profondi, mutamenti nel livello delle acque di fiumi e di laghi, movimenti crostali” o per assurdo anche “assenza di micro-sismi” in una zona ad alto rischio sismico. In ogni caso sono “previsioni approssimative che non possono essere utilizzate per dare un allarme alla popolazione”.

Campi Flegrei: crisi bradisismica e mercato immobiliare

Studio del mercato immobiliare di Pozzuoli in funzione dell'attività sismica degli ultimi anni

La crisi bradisismica in atto nella zona di Pozzuoli e dei Campi Flegrei sta preoccupando molto gli abitanti della zona. E non solo.

Il mercato immobiliare italiano

Il mercato immobiliare italiano, inclusa la zona dei Campi Flegrei, sta attraversando una fase di stabilizzazione. Dopo un periodo di volatilità dovuto alla pandemia e alla situazione economica globale, si osserva una leggera flessione nei prezzi delle case usate, con una diminuzione dello 0,2% a livello nazionale a gennaio 2024​. In particolare, per la Campania, il prezzo medio di vendita è di circa 1.628 euro/mq, posizionandosi sotto la media nazionale​.

Fattori influenzanti

L’inflazione e l’aumento delle tasse continuano a influenzare negativamente il mercato immobiliare, riducendo la capacità di acquisto e aumentando l’incertezza economica​. Questo, combinato con una diminuzione della fiducia dei consumatori e delle imprese, può portare a un rallentamento delle vendite e a una stabilizzazione o lieve riduzione dei prezzi.

Crisi bradisismica e paura dei terremoti: il caso Pozzuoli

Prendendo a riferimento la zona simbolo dell’attuale crisi bradisismica, Pozzuoli, cerchiamo di capire se c’è una correlazione tra terremoti, paura della popolazione e valutazione degli immobili sul mercato.

Studio del mercato immobiliare di Pozzuoli in funzione dell'attività sismica degli ultimi anni
Analisi del costo di vendita immobiliare di Pozzuoli (PrevenzioneTerremoto.it)

Il grafico sopra è stato tratto da uno dei siti riferimento sul territorio italiano ossia Mercato Immobiliare. L’area di Pozzuoli ha, attualmente, un prezzo di vendita di circa 2.500€/mq con un aumento del +2.92% rispetto allo stesso periodo 2023. Si evince che la zona di Pozzuoli, nonostante la crescente preoccupazione causata dai continui e frequenti terremoti, sta attraversando una fase di crescita del valore degli immobili. Case che, per quanto riguarda Pozzuoli e dintorni, hanno un valore ben superiore alla media annuale della regione Campania (1.628€/mq).

Pozzuoli: affitti in grande aumento

Quello che lascia stupefatti è il valore degli affitti. Nel grafico sotto riportato si nota un andamento in forte crescita del prezzo di affitto al metro quadrato ( +16.40% rispetto allo stesso periodo 2023).

Studio del mercato degli affitti di Pozzuoli in funzione dell'attività sismica degli ultimi anni
Analisi del costo degli affitti di Pozzuoli (PrevenzioneTerremoto.it)

Praticamente il costo di affitto degli immobili ricalca fedelmente l’aumento della sismicità della zona! Questo può essere legato al fatto che i proprietari che hanno immobili sismicamente a norma, affittano gli stessi con un prezzo crescente.

Dopotutto i continui terremoti, molti dei quali con magnitudo importante per l’area, stanno lesionando ed indebolendo il patrimonio edilizio della zona. Più aumentano le case lesionate, più sale il valore degli immobili considerati più sicuri dai possibili acquirenti.

Questo dimostra sempre l’importanza della prevenzione, ad ogni livello della nostra vita.

Gli abitanti della zona dei Campi Flegrei devono scrupolosamente conoscere i sette passi per la sicurezza sismica. Bisogna essere preparati al peggio. Piccoli accorgimenti che potranno essere utili in caso di forte terremoto ma anche di eruzione vulcanica.

 

 

22 maggio 1960: il terremoto più potente di sempre devasta il Cile

Il terremoto di Valdivia del 1960, noto anche come grande terremoto del Cile, o come terremoto di Bío Bío, si è verificato il 22 maggio 1960 alle 14:11 ora locale (19:11 UTC), ed è a oggi il più potente terremoto mai registrato nella storia.  Come riportato su Wikipedia, il sisma ebbe una magnitudo di 9,5. Il suo epicentro fu localizzato nei pressi di Cañete, a circa 900 km a sud di Santiago, ma la città più colpita fu Valdivia. Dopo la scossa principale, una serie di fenomeni tellurici continuò a sconvolgere il Sud del paese fino al 6 luglio. 

Il 24 maggio, trentotto ore dopo la forte scossa, il vulcano Puyehue con un boato riprese la sua attività lungo il suo fianco meridionale. Il vulcano è situato fra due vallate scarsamente popolate delle Ande; di conseguenza l’eruzione ebbe pochi testimoni oculari e ricevette anche scarsa attenzione da parte dei media locali, preoccupati dei danni e dalle vittime causate dal sisma. Il terremoto fu la causa di questa nuova eruzione. L’eruzione si concluse il successivo 22 luglio.

Uno spostamento del fondo del mare, cosiddetto co-sismico, in questo caso di grande entità, ha perturbato l’intera colonna d’acqua soprastante, per tutta la lunghezza interessata della zona di subduzione, generando un grande tsunami. A descriverlo in nostro aiuto l’INGV che ci racconta che lo tsunami si è poi propagato in tutto l’Oceano Pacifico sotto l’azione della forza di gravità, che tende a riportare il livello del mare all’equilibrio. Le onde più alte hanno colpito le coste del Cile dopo circa 20 minuti con altezze di inondazione superiori ai 20 metri. Con il passare delle ore, lo tsunami ha poi investito quasi tutte le coste del Pacifico, sebbene con onde meno alte.

Insomma, giorni tremendi per le popolazioni colpite dal terremoto più grande della storia, dal relativo tsunami e dall’eruzione del vulcano Puyehue!

Fonte https://i0.wp.com/ingvterremoti.com/wp-content/uploads/2020/05/25_513_Hilo_US-Navy-1.png?ssl=1

Lo zaino che può salvarti la vita in caso di terremoto

E’ dimostrato che, in caso di calamità, se la persona intrappolata sotto le macerie si trova in condizioni ideali (senza traumi e in presenza di aria) essa può sopravvivere 72 ore. Il 90% delle persone estratte vive dopo una catastrofe lo è entro i primi 3 giorni. Dopo le possibilità di vita crollano vertiginosamente.

La paura che sta dilagando dopo le ennesime, violente, scosse di terremoto a Pozzuoli vicino i Campi Flegrei è immensa.

Se vivi in zona sismica fatti uno zaino salvavita

Se una persona vive in zona sismica, ad alto rischio, dovrebbe predisporre dentro la propria casa, in ambienti conosciuti, degli zaini salvavita contenenti l’occorrente che può aiutarli a sopravvivere quante più ore possibile. Magari sotto al letto dove si dorme la notte. Da afferrare non appena si sente il boato che precede il terremoto.

Lo zaino deve contenere: una bottiglia di acqua minerale, 3 barrette di cereali, occhiali e mascherina contro la polvere, un paio di guanti, un fischietto e una torcia con delle batterie.

Preparati all’arrivo del sisma e segui scrupolosamente i sette passi della sicurezza sismica. Solo con una attenta prevenzione possiamo salvare vite umane.

Terremoto Taiwan: 101 vite intrappolate sotto le macerie

Sopravvivere sotto le macerie di un terremoto

Terremoto Taiwan: 101 vite intrappolate sotto le macerie. E’ corsa contro il tempo nelle città dell’isola di Taiwan sconvolte ieri da un terremoto di magnitudo 7.4.

Secondo Ansa.it, le autorità sono in contatto con 101 persone sotto le macerie mentre 46 sono considerate disperse.

Il contatto, probabilmente possibile grazie alla rete cellulare, da speranza alle persone di fatto sepolte vive dal crollo degli edifici.

Molti ricorderanno la storia di Khalin Khan che filmò la sua agonia di 10 ore sotto le macerie del crollo del palazzo residenziale dove si trovava. Alla fine la storia ebbe un lieto fine.

Ma come ci si salva quando si è intrappolati sotto il crollo di un edificio? E’ possibile?

Si può sopravvivere se bloccati sotto le macerie?

Sopravvivere sotto le macerie di un crollo dipende da diversi fattori, tra cui la gravità del crollo, la posizione e la condizione della persona intrappolata, nonché la tempestività e l’efficacia del soccorso.

In alcuni casi, le persone intrappolate sotto le macerie possono sopravvivere per diversi giorni se hanno accesso a aria, acqua e spazio sufficiente per muoversi. Tuttavia, è importante sottolineare che il tempo è un fattore critico e le possibilità di sopravvivenza diminuiscono man mano che passa il tempo senza soccorso.

Le persone intrappolate sotto le macerie possono subire ferite gravi, traumi o problemi medici dovuti alla mancanza di acqua, cibo e cure mediche. Inoltre, possono essere a rischio di ipotermia, intossicazione da gas o altri pericoli ambientali.

Se si è coinvolti in un crollo o si conosce qualcuno che lo è, è essenziale contattare immediatamente i servizi di emergenza per avviare le operazioni di soccorso. La tempestività e l’efficacia del soccorso sono fondamentali per massimizzare le possibilità di sopravvivenza nelle situazioni di questo genere.

Quante ore si può sopravvivere sotto le macerie?

E’ dimostrato che, in caso di calamità, se la persona intrappolata sotto le macerie si trova in condizioni ideali (senza traumi e in presenza di aria) essa può sopravvivere 72 ore. Il 90% delle persone estratte vive dopo una catastrofe lo è entro i primi 3 giorni. Dopo le possibilità di vita crollano vertiginosamente.

Anche durante il terremoto che ha sconvolto la Turchia la legge delle 72 ore era ben chiara ai soccorritori.

Preparati all’arrivo del sisma e segui scrupolosamente i sette passi della sicurezza sismica. Solo con una attenta prevenzione possiamo salvare vite umane.

Se vivi in zona sismica fatti uno zaino salvavita

Se una persona vive in zona sismica, ad alto rischio, dovrebbe predisporre dentro la propria casa, in ambienti conosciuti, degli zaini salvavita contenenti l’occorrente che può aiutarli a sopravvivere quante più ore possibile. Magari sotto al letto dove si dorme la notte. Da afferrare non appena si sente il boato che precede il terremoto.

Lo zaino deve contenere: una bottiglia di acqua minerale, 3 barrette di cereali, occhiali e mascherina contro la polvere, un paio di guanti, un fischietto e una torcia con delle batterie.

Il terremoto di Taiwan era stato predetto ad ottobre 2023!

Il ricercatore che ha predetto il terremoto di Taiwan

Il terremoto di Taiwan era stato predetto ad ottobre 2023! Proprio così! Anche se è impossibile prevedere con certezza quando ci sarà un terremoto, il ricercatore Wang Chung-ho (汪中和) dell’Academia Sinica’s Institute of Earth Sciences aveva chiaramente detto che “un terremoto catastrofico colpirà Taiwan entro 10 anni” (a “catastrophic earthquake” could occur within the next 10 years).

La catastrofica previsione si è purtroppo trasformata in realtà quando oggi un sisma di magnitudo 7.4 ha devastato l’isola cinese.

Come ha fatto il ricercatore ha prevedere il terremoto?

In realtà che Taiwan venisse colpita da un fortissimo sisma lo si sapeva da sempre. Anche se non è possibile sapere quando ci sarà un terremoto, il realtà sappiamo benissimo dove esso colpirà. In tutto il mondo. E l’isola di Taiwan è tra i punti a più alto rischio sismico del mondo.

Wang Chung-ho, analizzando la storia dei terremoti che hanno colpito Taiwan, ha constatato che Taiwan ha terremoti ciclici che si ripetono con una frequenza di un terremoto di magnitudo 7 o superiore una volta ogni 30 anni circa. 

Il ricercatore ha dichiarato il terremoto in una intervista al China Times

Il ricercatore Wang Chung-ho, il 25 ottobre 2023, ha rilasciato un’intervista al China Times prevedendo un possibile terremoto catastrofico a Taiwan, circa 6 mesi prima del terremoto devastante di oggi!

Il testo completo dell’intervista è riportato dal portale Taiwan News ed oggi la notizia fa semplicemente venire i brividi.

E’ possibile prevedere un terremoto?

Se non si può prevedere quando ci sarà il prossimo terremoto, di sicuro posiamo dire esattamente dove! Taiwan, Giappone, California sono siti ad alto pericolo sismico dove la possibilità che avvenga un terremoto è altissima.

Il lavoro del ricercatore Wang Chung-Ho dimostra che il lavoro sulla prevenzione sismica e prevenzione terremoto è di fondamentale importanza per salvare vite umane. Perchè non sappiamo quando ci sarà, ma di sicuro sappiamo dove!

Un terremoto non si può prevedere con certezza ma di sicuro si può prevenire.

E’ importante prevenire il terremoto applicando i sette passi della sicurezza sismica

Così come è altissima la probabilità che un sisma catastrofico avvenga in Italia.

La mappa della pericolosità sismica (qui a disposizione dall’INGV “Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia“) dimostra chiaramente che in Italia sono davvero pochissime le zone a basso rischio sismico!

Con pericolosità sismica si intende lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un terremoto. La mappa indica, in base ai colori, dove è più probabile che accada un evento sismico.

Come si può vedere dalla mappa, gran parte del territorio italiano è ad alto rischio sismicoQui puoi vedere i terremoti nel mondo in tempo reale!

Il ricercatore che ha predetto il terremoto di Taiwan

Taiwan devastata da un sisma di magnitudo 7.4: morti e dispersi

Taiwan Eartquake fonte Ansa.it

L’isola di Taiwan colpita da un fortissimo sisma di magnitudo 7.4. Il terremoto ha colpito la costa orientale. Notizie di morti e dispersi.

In basso in questo articolo aggiornamenti live, visto che la situazione cambia di ora in ora.

Il sisma, secondo l’Istituto geofisico statunitense Usgs, è stato localizzato a 18 km a sud-est di Hualien City, a circa 155 km a sud della capitale Taipei, ad una profondità di 34,8 km. Fonte e notizie da Ansa.it.

58 scosse di assestamento!

Dopo la prima scossa ce ne sono state altre 58 di assestamento, nove delle quali misurate tra magnitudo 5 e 6. Altre due hanno superato la magnitudo 6 secondo i dati del Centro sismologico Cwa. Lo riporta Il Taipei Times. Il terremoto di questa mattina è stato avvertito in tutta Taiwan, poiché il sisma è stato poco profondo, ha spiegato il direttore del Cwa Wu Chien-fu.

L’isola di Taiwan è a rischio sismico?

Taiwan è considerata una zona sismica attiva a causa della sua posizione geografica. Si trova al confine tra due placche tettoniche principali: la placca euroasiatica e la placca filippina. Il movimento delle placche tettoniche lungo la faglia tra queste due placche causa frequenti terremoti e attività sismica nella regione.

In particolare, Taiwan è situata lungo il “Cerchio di Fuoco del Pacifico“, una zona ad alta attività sismica e vulcanica che circonda l’Oceano Pacifico. Questo significa che l’isola è esposta a terremoti sia di origine superficiale che profonda.

La densità della popolazione e l’urbanizzazione delle aree costiere di Taiwan aumentano il rischio associato ai terremoti, in quanto possono causare danni significativi alle infrastrutture e alle abitazioni. Inoltre, la presenza di montagne e colline aumenta il rischio di frane e smottamenti durante eventi sismici.

Pertanto, Taiwan è considerata una zona sismica pericolosa e le autorità locali e nazionali adottano misure di prevenzione e preparazione per affrontare questa minaccia naturale. Un’isola geologicamente difficile, al pari del Giappone. Zone dove la prevenzione sismica e la prevenzione terremoto è fondamentale per salvare vite.

Aggiornamenti live

Alle 09:00 del 04/04/2024 l’ultimo aggiornamento riportato da Ansa.it parla di 9 morti e 1.050 feriti accertati dalle autorità. “Le autorità rendono noto di essere in contatto con 101 persone isolate, anche se mancano all’appello almeno 46 persone” (Ansa.it).

Il sito Prevenzione terremoto ha scoperto che un ricercatore aveva predetto il terremoto catastrofico che ha colpito l’isola ad ottobre 2023! Qui trovate l’interessante articolo. Si tratta della drammatica previsione del ricercatore Wang Chung-Ho di cui a parlarne per primo è stato proprio il nostro sito www.prevenzioneterremoto.it

La scala giapponese di misurazione sismica dei terremoti: non è la Richter!

La scala giapponese di misurazione sismica dei terremoti: non è la Richter!

La scala di misura dei terremoti adottata dai giapponesi è chiamata “scala di intensità sismica giapponese” o semplicemente “scala sismica giapponese”. Questa scala è nota anche come la scala Shindo, che va da 1 a 7 e misura l’intensità del terremoto in base agli effetti percepiti sulla superficie terrestre e sugli esseri umani, piuttosto che sulla magnitudo del terremoto stesso.

La scala Shindo è più vicina alla logica della scala Mercalli?

Sì, la scala Shindo giapponese è simile alla scala Mercalli, che è un’altra scala utilizzata per valutare l’intensità degli effetti di un terremoto sulla superficie terrestre e sugli esseri umani. Entrambe le scale sono basate sugli effetti osservati e percepiti durante un terremoto, piuttosto che sulla magnitudo sismica che misura l’energia rilasciata dal terremoto.

Tuttavia, ci sono alcune differenze tra le due scale. Ad esempio, la scala Mercalli ha una gamma più ampia di valutazioni (da I a XII), mentre la scala Shindo giapponese va da 1 a 7. Inoltre, ci possono essere alcune differenze nelle descrizioni e nella valutazione degli effetti specifici tra le due scale, poiché sono state sviluppate in contesti geografici e culturali diversi. In generale, entrambe le scale sono utilizzate per valutare l’impatto dei terremoti e forniscono informazioni importanti per la gestione degli eventi sismici e la riduzione del rischio.

La scala Shindo tiene conto di fattori come il movimento del suolo, i danni alle strutture e le sensazioni percepite dalla popolazione locale.

I giapponesi e la convivenza con il terremoto

I giapponesi hanno una lunga storia di convivenza con i terremoti, poiché il Giappone si trova in una regione sismicamente attiva nota come l’Anello di Fuoco del Pacifico. Questa regione è soggetta a terremoti frequenti e a eventi sismici di varia intensità.

Per convivere con questa realtà, i giapponesi hanno sviluppato una serie di strategie e pratiche per ridurre al minimo il rischio e mitigare gli effetti dei terremoti. Alcuni dei modi in cui i giapponesi si preparano ai terremoti e convivono con essi includono:

  1. Costruzioni antisismiche: Gli edifici in Giappone sono progettati e costruiti per resistere ai terremoti. Le normative antisismiche sono rigorose e spesso i nuovi edifici sono dotati di tecnologie avanzate per assorbire e dissipare l’energia sismica.
  2. Preparazione personale: Le famiglie giapponesi si preparano attivamente ai terremoti tenendo scorte di emergenza, come cibo, acqua, kit di pronto soccorso e altri fornimenti necessari in caso di disastri naturali. Le famiglie spesso partecipano a esercitazioni di evacuazione e simulazioni di terremoti per essere pronte in caso di emergenza.
  3. Sistema di allerta precoce: Il Giappone ha un sofisticato sistema di allerta precoce per i terremoti, chiamato “Japan Meteorological Agency’s Earthquake Early Warning System”, che permette di avvertire la popolazione alcuni secondi prima che un terremoto colpisca una determinata area. Questo sistema consente alle persone di prendere misure precauzionali come mettersi al riparo o fermare i mezzi di trasporto.
  4. Educazione pubblica: Le scuole giapponesi insegnano agli studenti l’importanza della preparazione per i terremoti e altre emergenze. I programmi educativi includono informazioni su come reagire durante un terremoto, dove trovare rifugi sicuri e come fornire assistenza ai feriti.

Queste sono solo alcune delle strategie che i giapponesi adottano per convivere con i terremoti. La consapevolezza, la preparazione e la resilienza della popolazione sono fondamentali per affrontare questa realtà sismica.