Terremoto in Giappone: che danni avrebbe causato in Italia la stessa scossa?

E’ di poche ore fa la notizia di un violentissimo terremoto in Giappone di magnitudo Richter 7.6, preceduto da un forte boato.

Il sisma, con epicentro nella zona Nord-Est di Anamizu, in una penisola protesa nel mar del Giappone di fronte alle coste della Corea.

Allo stato attuale il sisma ha causato quasi 50 morti, un numero molto elevato specialmente considerando l’alto grado di preparazione al terremoto che esiste in Giappone.

Cosa accadrebbe in Italia se si scatenasse un uguale sisma con Magnitudo Ritcher 7.6 in una zona altamente popolata?

Difficile stabilirlo con esattezza.

Basti pensare però che il terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 ebbe una magnitudo momento (Mw) di “soli” 6.3 Ritcher che provocò 309 morti.

Cercando di capire l’intensità della scala Ritcher paragonandola all’equivalenza con la potenza di esplosione del TNT basti fare questo raffronto:

  • Sisma Ritcher 6,0 = TNT equivalente 85.000 tonnellate
  • Sisma Ritcher 7,5 = TNT equivalente 2.700.000 tonnellate

Praticamente il terremoto registrato ieri in Giappone ha causato “solo” 50 morti anche se è stato almeno 30 volte più potente di quello de L’Aquila (che ha provocato 309 morti) se lo raffrontiamo in base al TNT equivalente.

Pare evidente che, sperando sempre che non avvenga mai un terremoto così potente in Italia, la nostra bella penisola sarebbe tremendamente vulnerabile a ciò.

Meglio quindi concentrarsi sulla prevenzione e sulla cultura del terremoto, nella speranza che le popolazioni delle zone a più alto rischio sismico adottino almeno i 7 passi della sicurezza sismica.

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